Adrienne Gale
Contain, Keep, Shelter, House, Nest
21 Marzo – 8 Aprile 2008 / March 21st – April 8th, 2008
Senso di protezione, raccoglimento, intimità: concetti legati all’idea generale di “nido”, che Adrienne Gale cerca di esplorare con le sue opere. Opere che si presentano come piccole installazioni tessili, ognuna delle quali rappresenta, per l’appunto, un nido: nidi di diverse forme e colori, che diventano personalissimi rimandi ad ogni casa da lei abitata, ad ogni situazione da lei vissuta. Alcune di queste sculture fatte ai ferri e all’uncinetto contengono striscioline di un testo scritto e tagliato da lei stessa, così da diventare incomprensibile allo spettatore curioso, che difficilmente riuscirà a ricostruirlo: una cosa voluta da Adrienne, in quanto ogni testo riporta un suo ricordo, una memoria, un desiderio che in questo momento non ha intenzione di dividere con nessuno. Spesso la memoria scritta è legata alla casa simboleggiata dal nido, che in alcuni casi è pieno di piccoli libri rilegati a mano di diverse dimensioni: così il nido diventa anche contenitore di storia, conoscenza, cultura, una sorta di libreria di nuova concezione, o di copertina che racchiude in sé un testo invisibile. Le storie che raccontano appartengono all’artista e a nessun’altro.
Ogni opera dialoga con le altre e si presenta come parte di un’unica installazione la cui origine è una riflessione sulla propria casa: Adrienne è lontana da casa, vive a Venezia ma non in modo definitivo, le sue radici sono altrove. All’origine dei nidi c’è un forte desiderio di comfort, sicurezza, stabilità, e l’uso delle tecniche tessili è un modo per ricordare i propri legami, il proprio passato, dato che queste stesse tecniche erano utilizzate dalle nonne e dal padre dell’artista. Sono inoltre tecniche asssolutamente domestiche, legate all’idea di focolare, ma anche all’essenza di una certa dimensione femminile a cui Adrienne si sente profondamente legata: in lei è impellente il bisogno di crearsi un proprio spazio, morbido e soffice come un nido, in cui sentirsi finalmente a casa.
Appese al soffitto della galleria, ognuna di queste sculture tessili rimanda alla reale forma di alveari, nidi di uccelli ed insetti, una selezione dei quali è stata trovata in Internet, in alcuni testi specifici, in natura. Tuttavia, parte dell’ispirazione proviene da una mostra organizzata l’anno scorso a Palazzo Mocenigo, nonché dal lavoro di alcuni artisti asiatici che creano vere e proprie sculture con ago, filo, lana e cotone.
Nicoletta Consentino