La sua grande influenza sugli sviluppi della nostra grafica
È stata recentemente inaugurata, a Lugano, Museo LAC ➤ una mostra monografica dedicata ad uno degli esponenti di punta dell’avanguardia russa, Aleksandr Rodčenko (1891–1956).
Attraverso le più di trecento opere in mostra fra stampe, fotomontaggi, riviste e manifesti dell’epoca, è possibile cogliere la forza di questo innovatore e apprezzare l’influenza che esercitò non solo sugli artisti, letterati, registi, tutti gli intellettuali, insomma, che furono suoi compagni di strada, ma anche nei confronti dei grafici e dei designer di quell’epoca, anche in Italia.
Secondo la presentazione della mostra, “in ambito fotografico, “Rodčenko documentò attraverso gli straordinari ritratti, le immagini di panorami urbani e architetture, i reportage in fabbriche e cantieri, gli uomini e lo spirito di un’epoca di grandi speranze e altrettanto grandi contraddizioni. “Soprattutto, Rodčenko sovvertì le regole della ripresa: le sue inquadrature caratterizzate da punti di vista inediti, da spigoli e diagonali, sono oggi la testimonianza più pura del desiderio di aggiornamento dell’arte e del mondo stesso che ha animato gli artisti dell’avanguardia sovietica”.
L’utilizzo del fotomontaggio e di una nuova concezione dell’inquadratura fotografica, assieme alla grande lezione del Bauhaus ➤ ebbero un’influenza notevole sullo sviluppo della grafica italiana degli anni’30. I più sensibili e attenti, tra i grafici e gli “artisti grafici” che iniziavano in quegli anni a collaborare con lo Studio Boggeri, con la Olivetti e con riviste come L’Ufficio Moderno, Campo Grafico e Casabella, si nutrirono di quelle immagini per elaborare, a loro volta, una proposta grafica del tutto innovativa per l’epoca.
Erberto Carboni ➤ in particolare, in occasione della Mostra internazionale del cartello moderno e nazionale e del cartello rifiutato (Milano 1933) ebbe occasione di considerare diversi fotomontaggi sovietici che, pur nella evidente contraddizione con l’ideologia fascista, erano tuttavia considerati con attenzione dalle nostre avanguardie per la proposta di trasformazione dei linguaggi e dei modelli di comunicazione.
Pronto ad assorbire tutte quelle influenze e quegli spunti creativi utili a svecchiare e a rendere più diretto e funzionale il ruolo della grafica, Carboni riuscì a progettare artefatti grafici ed allestimenti che sfruttavano la potenza comunicativa e l’impatto emozionale delle immagini elaborate da Aleksandr Rodčenko in chiave “Agitprop” per veicolare dei messaggi commerciali e istituzionali di tutt’altro tono, ma straordinariamente efficaci.
Tra le pubblicità e le installazioni da lui curate in quegli anni, i pannelli per la Mostra internazionale della stampa cattolica (1936) e lo stand “Olio Shell” al X Salone internazionale dell’auto (1937) mostrano quanto Carboni sia stato sensibile, oltre alla lezione del Bauhaus, all’opera di Rodčenko e del Costruttivismo russo.
Crediti
Aleksandr Rodčenko (1891-1956), Museo LAC, Lugano. 27 febbraio – 8 maggio 2016.
A cura di Olga Sviblova.
Per i riferimenti all’opera di Carboni, cfr. Erberto Carboni, dal Futurismo al Bauhaus, a cura di Gloria Bianchino, Mazzotta, Milano 1998
Adriano Lubrano
Dirige, dal 1992, il Master di Grafica Pubblicitaria ➤
Consulente e scrittore di comunicazione, tiene ogni estate delle Lectures per studenti esteri, dedicate alla storia del design italiano.