La scoperta di un linguaggio ricco di significato
Ogni giorno, ogni istante ci troviamo circondati da colori di ogni genere, tinte cariche o desaturate, colori scuri, pastello o fluo, mix aggressivi o palette minimali.
Ogni giorno, anche se non ce ne rendiamo conto ci troviamo a dover scegliere colori, a partire da quando ci vestiamo al mattino, passando per le decisioni di acquisto, fino addirittura, fino a ciò che mettiamo nel piatto.
E se vi dicessi che nessuna di queste scelte è casuale? Questo è esattamente ciò che ho imparato durante le lezioni di Percezione Visiva➤ della Professoressa Carla Di Pancrazio durante il II° anno del corso di Grafica Pubblicitaria: un viaggio nella grafica, nell’editoria, nel packaging, nell’advertising, nella psicologia e, al tempo stesso, una riscoperta della propria personalità attraverso il colore➤
A seconda della cultura in cui cresciamo un certo colore può avere una valenza diversa da quella che avrebbe avuto se fossimo cresciuti per esempio in un paese orientale ma, di fondo, ogni colore ha dei valori propri che vengono rievocati dall’osservatore.
Partendo da questo presupposto abbiamo analizzato, iniziando con i colori primari, quali sono questi valori e come variano al variare di tonalità, saturazione e luminosità, cercando poi riscontri da osservazioni fatte nel mondo della grafica.
Abbiamo inoltre fatto una serie di test visivi e psicologici per comprendere come noi stessi percepiamo il colore, quale colore più ci rappresenta e perché, fino a sviluppare una “palette personale” che curiosamente abbiamo riscontrato essere già molto presente nella maggioranza dei progetti già realizzati da ognuno di noi!
Dopo un anno di analisi dei colori è, poi, arrivato il momento di produrre qualcosa di nostro, senza nessun limite di tipologia o supporto. Abbiamo avuto l’assoluta libertà creativa, cosa che ha portato a creazioni e interpretazioni che non potevano essere più diverse l’una dall’altra nonostante il tema di partenza fosse lo stesso.
In effetti i temi sono stati due: il primo il rosso, il secondo il blu. Ci siamo soffermati a riflettere su cosa per noi ognuno dei due colori significasse e trovare un modo per concretizzarlo in un progetto tangibile.
Personalmente, ho scelto di sfruttare l’opportunità di fare qualcosa di diverso dal solito elaborato grafico realizzato al computer, e ho realizzato due tele “3D” utilizzando la pittura insieme ad altri materiali per dare, letteralmente, dimensione all’immagine.
Nel mio modo di percepire le cose, e quindi i colori, c’è sempre molto di astratto per cui ho scelto di rappresentare le caratteristiche che per me identificano rosso e blu attraverso elementi naturali che personalmente sento affini: il fuoco per “Fire Red”, il mare e il cielo stellato per “Infinity Blue”.
Ho amato questo percorso, non solo perché mi ha permesso di crescere come grafico e fare scelte più consapevoli quando mi trovo a dover scegliere quali tinte usare in un progetto, come abbinarle, cosa evocano, oppure a non stupirmi nel riconoscere un codice cromatico nei packaging di diverse tipologie di prodotti al supermercato, ma mi ha aiutato a capire me stessa come persona, a capire cosa metto di me nei mi lavori, capire come percepisco la colorata realtà che mi circonda.
Orsola Scarpa
Nelle immagini, il progetto “Infinity Blue” realizzato da Orsola.