Confessioni di una giovane pubblicitaria

07 / April / 2017

La nostra ex allieva Annalisa Curcu condivide la sua vicenda nel mondo della comunicazione

Seconda elementare. Fanno un concorso a scuola. Creare un’immagine o un testo sul tema dell’inquinamento. Disegno un mondo in un bidone e ci scrivo sopra “mondizia”. Plauso della maestra. È il mio primo headline? Mi piace ricordare questo episodio come rivelatore del mio futuro, anche se in realtà frutto di un semplice equivoco. All’epoca infatti credevo realmente si scrivesse e dicesse “mondizia” invece di immondizia!

Dopo questo esordio fortuito, seguono anni in cui mi addormento immaginando ‘trame’ di spot pubblicitari; alle medie tiro insieme un giornalino satirico farcito di fotomontaggi creati con l’antica arte del collage, utilizzando colla Pritt, fumetti e fotografie dei miei compagni. Da tanti Mac (grazie papà) e tante matite colorate (grazie mamma), escono biglietti, inviti, cartelloni e caricature di laurea, ritratti e fumetti. Mi piace disegnare, mi piace scrivere, soprattutto vignette e storie comiche e, ancora ai tempi dell’università, mi diletto a inventare racconti demenziali con protagonisti i miei amici.

Alla veneranda età di 26 anni, dopo quasi due trascorsi apaticamente nelle aule di una facoltà con cui non ho nulla a che spartire e quattro a Lettere, raccolta la mia bella laurea, approdo alla Scuola Internazionale di Grafica, che finalmente risponde ai miei talenti.

Nei due anni a Venezia imparo le basi della grafica, mi presentano il pacchetto Adobe e conosco InDesign, che diventerà di lì a poco mio compagno di tutti i giorni; poche lezioni di copywriting e scopro come si chiamerà il mio lavoro e, soprattutto, che nella mia testa le idee non mancano, sono buone e vengono fuori in modo spontaneo, proprio quando servono. Un periodo bellissimo, in un ambiente stimolante e divertente e in una città incantevole che, ogni domenica sera, per due anni, mi accoglie e culla con la malia dei suoi riverberi.

L’estate successiva, la Scuola mi aiuta a trovare una prima occasione di stage a Verona in un’agenzia internazionale. Mi fermo poco però perché, dopo circa sei mesi, ho la fortuna sfacciata di trovare chi mi sta cercando. E proprio nella mia città. Arruolata come grafica in Plus Communications, impagino, disegno, provo a fare marchi (attività in cui tutt’oggi ho l’onestà di dichiararmi dilettante allo sbaraglio e che pratico solo nel tempo libero per amici coraggiosi).

Comincio a proporre le prime idee, a scrivere i primi titoli e testi. Headline, payoff, bodycopy, post, testi di ogni genere. Pagine pubblicitarie, brochure, riviste, oggetti creativi di ogni genere. E nomi, tanti nuovi nomi, per imprese, prodotti, offerte di ogni genere. Imparo a pensare in modo strategico. A guardare lontano, a elaborare percorsi di comunicazione complessi e duraturi.

Passano quasi dieci anni. In cui cresco e anche un po’ invecchio. Raccolgo soddisfazioni e qualche ruga. Da fervente dipendente, divento socia di quell’impresa nella quale e con la quale continuo a crescere. Nel frattempo ho una bimba, esperienza che mi permette di sviluppare nuove abilità organizzative e approfondire le mie conoscenze nella medicina di base, con specializzazione nell’uso degli aspiratori nasali.

La gravidanza mina però definitivamente la mia già flebile memoria, per cui oggi amo fregiarmi del motto socratico “La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere.” Per tutto il resto c’è Google. Scherzi a parte, la mia storia è un po’ anomala, perché staziono felicemente da dieci anni nella stessa agenzia, la mia seconda casa. Cosa che ha i suoi vantaggi ovviamente ma che, se non ti impegni a tenere vivo il tuo talento attraverso il confronto con il mondo, rischia di chiuderti in un circolo di sterile autoreferenzialità.

L’unico rimpianto che ho è proprio quello di aver trovato casa un po’ troppo presto. Qualche bell’anno di esperienze, anche all’estero, me lo sarei fatto molto molto volentieri, e lo consiglio vivamente a chiunque muova i primi passi in questo settore. Anche se, mai dire mai, magari mi ci dedicherò in futuro. Se è vero che andremo in pensione a 75 anni, il tempo non mancherà di certo!

Concludo con un grazie alla mia Scuola veneziana. È stata fondamentale perché mi ha aperto gli occhi. Nonostante i tanti indizi, non ho imboccato subito la mia strada. Ma lì, finalmente, ho capito. La creatività, quello spontaneo gioco delle idee praticato fino ad allora per diletto, avrei potuto iniziare a chiamarlo “lavoro”. La più grande botta di fortuna della mia vita.


Annalisa Curcu è stata nostra allieva nel corso di Grafica Pubblicitaria, biennio 2005-2007. Dopo la prima esperienza di lavoro nell’agenzia Coo’ee di Verona è approdata in Plus Communication di Trento, la sua città.

Nelle immagini, la campagna realizzata per la Regione Trentino in occasione dell’Expo 2015.