Opere
L’arte di Jack Boul combina assieme eccezionali abilità tecniche ed una profonda sensibilità poetica. I suoi piccoli monotipi e i suoi dipinti catturano gli elementi senza tempo del mondo visibile. Jack è affascinato dai paesaggi, dai pascoli del Maryland alle spiagge deserte del North Carolina. E’ attratto, allo stesso modo, dalle immagini di grandi città quali Chicago e Baltimora, ma anche dalle bucoliche visioni di campagna. Con la stessa acutezza e sensibilità dipinge familiari vedute urbane, cisterne d’acqua o binari ferroviari, ma anche il fascino dei caffè parigini e dei canali veneziani. I cortili, le botteghe dei barbieri, gli animali (sia domestici che selvatici), le carriole degli operai, le lattine, sono tutti oggetti e soggetti che ha raffigurato nelle sue opere: in ogni immagine, la sua costruzione spoglia, semplice, cerca di comunicare gli essenziali e caratteristici elementi di ciò che raffigura.
Molti dei suoi lavori migliori sono incentrati sulla figura umana e la miriade di possibilità espressive che essa possiede. Occasionalmente, in passato, ha rappresentato modelle in piedi nel suo studio, altre volte ha scelto la solitaria figura di una persona notata per caso in un parco. Spesso ritrae gruppi di persone al ristorante, nella hall di un teatro, o semplicemente sedute attorno ad un tavolo. Ognuna di queste opere dimostra la profonda capacità dell’artista di comprendere la natura delle relazioni umane.
La semplicità delle forme (un vaso isolato, una fetta di pane) è ciò che più d’ogni altra cosa attrae Jack: egli ritorna molte volte sullo stesso soggetto, mostrandolo ripetutamente da diversi punti di vista, angolazioni, posizioni. Preferisce sempre lavorare dal vivo, alla presenza di ciò che ritrae, o per lo meno aiutandosi con dei disegni: cerca di evitare l’inserimento di dettagli estranei perché vuole scavare e ritrarre l’essenza degli oggetti, trascendendo l’apparenza per far emergere ciò che di universale è in ciascuno di essi. E, pur essendo un artista figurativo, ha sempre sostenuto che, secondo lui, “l’arte è essenzialmente astratta”.
Nelle sue opere studia le relazioni tra zone di luce e zone d’ombra, il contrasto tra contorni morbidi ed aguzzi, l’equilibrio tra superficie e profondità, la geometria della composizione. E’ questo il cuore della sua ricerca artistica, che ha dato vita ad una nutrita serie di lavori i cui contenuti riflettono il profondo legame esistente tra Jack ed il mondo in cui vive, legame che viene mediato dalla ricerca di una verità artistica universale.
La sua è un’arte intima, analitica, ricca di sfumature e spesso lirica, profonda. Grazie alla particolare tecnica del monotipo, Jack riesce ad ottenere moltissimi diversi effetti: per manipolare la superficie della lastra di stampa, ricoperta da un viscoso inchiostro nero, Jack utilizza pennelli, cotone, le sue stesse dita, e, nonostante il monocromo, spesso ci dà la sensazione che le sue opere siano colorate.
Negli ultimi tempi, il soggetto preferito di Jack sono le mucche al pascolo. Molto spesso va in campagna per poterle osservare e ritrarre: è attratto dalle loro forme, dalle loro silhouettes, e gli piace dipingerle sia singolarmente che a gruppi, quando pascolano e quando riposano. Le dipinge così spesso che ormai questi animali sono diventati quasi una sua firma.
Nato nel 1927 a Brooklin, da padre russo e madre rumena emigrati in America, Jack frequentò la Scuola d’Arte di New York prima di essere arruolato nell’esercito degli Stati Uniti. Dopo la guerra studiò alla Cornish School of Art di Seattle, e si laureò nel 1951. Durante gli anni ’50 e ’60 Jack partecipò a parecchie collettive e tenne anche qualche personale, e dal 1969, per 15 anni, insegnò arte all’American University. Nel 1984 divenne uno dei primi membri del nuovo Washington Studio School, dove insegnò pittura, disegno e monotipo per 10 anni. Si ritirò nel 1994 dall’insegnamento, per dedicarsi completamente alla pittura ed alla grafica. Nel 2000-2001 la Corcoran Gallery of Art organizzò una grande retrospettiva delle sue opere: Intimate Impressions: Monotypes and Paintings.
Nicoletta Consentino – traduzione da uno scritto di Eric Denker