Open Remarks
- Dal 23 Maggio al 3 Giugno, 2008 / May 23rd – June 3rd, 2008
All’origine del lavoro di Sam Wiston c’è lo studio del linguaggio, della parola, della corrispondenza e relazione tra testo e significato, o tra diverse tipologie testuali: leggere una tabella o gli orari degli autobus è molto diverso, come approccio, dal leggere una storia, un racconto; sono diversi anche il loro “aspetto”, il modo in cui si presentano, la loro grafica, e, non ultimi, i contenuti che essi veicolano. E allora perché non imporre le “regole visive” di uno stile di scrittura ad un sistema completamente diverso di organizzazione del linguaggio?
Dalla contaminazione tra testo, parola, significato e grafica nasce il lavoro di Sam Winston: spesso spiazzante per i nuovi legami che crea tra significato e significante, o tra parole che, nell’uso comune, non hanno alcuna relazione; Winston la trova, induce a riflettere, materializza nuovi concetti, mescolando forma e linguaggio. Come afferma lui stesso, è probabilmente la dislessia, da cui è sempre stato affetto, che di ogni testo gli fa vedere sia l’aspetto verbale che quello visivo: la sua opera può essere considerata una sorta di bilancia che riesce ad equilibrare la sua intima comprensione delle parole con il significato convenzionale che viene solitamente attribuito loro.
Leggere e vedere diventano per lui una cosa sola, sono azioni diverse ma, nelle sue opere, profondamente correlate tra loro: ogni lavoro di Sam Winston va quindi contemporaneamente guardato e letto. Spesso queste sue “storie” o “sculture tipografiche” sono costruite manipolando fisicamente la struttura di un libro: le sue pagine, o le singole parole stampate, vengono tagliate e re-incollate altrove, alcune sezioni vengono stracciate o appallottolate, ciò che resta viene fotocopiato e ricomposto tanto da diventare qualcosa d’altro. Una storia semplice, dal punto di vista narrativo, può essere resa di difficile comprensione se la sua cotruzione grafica costringe il lettore a combattere con le parole, che diventano meri segni stampati o scritti a mano; e cosa succederebbe se il Dizionario improvvisamente diventasse una cosa viva? In sé il dizionario racchiude tutte le parole, ed avrebbe quindi la possibilità di raccontare qualsiasi storia, in qualsiasi modo.
Con queste sue “ricerche”, in pochi anni, Sam è riuscito a conquistare fama internazionale: ha iniziato nel 2005 a vendere le sue opere presso il London’s Institute of Contemporary Arts, ed oggi è presente nelle collezioni del MOMA di New York, della Tate Gallery di Londra, del Victoria and Albert Museum e della British Library. Scrive ed interviene su alcune importanti riviste d’arte internazionali, e tiene lezioni e seminari presso numerose università d’arte, tra cui il Royal College of Art ed il Camberwell College of Art.
Nicoletta Consentino