Nick Pride insegna all’ Universita’ di Gloucestershire, in Inghilterra Orientale, ed e’ un graphic designer professionista. Da qualche tempo, pero’, preferisce dedicarsi di piu’ alla creazione delle sue particolarissime opere, una serie di “collages tipografici” che, come scrive lui stesso, “sono fatti quasi esclusivamente di oggetti trovati nel corso delle mie giornate: caratteri tipografici inusuali, un biglietto consegnatomi in una citta’ all’estero, un poster che si sta staccando dal muro mentre cammino la notte sotto la pioggia. Cerco vecchi stampatori, cartolerie, botteghe di insegne e timbri, e a volte capita che il mio entusiasmo mi conduca ad un vecchio cassetto, un negozio in un viottolo, un retrobottega dove si celano i tesori: sono affascinato dalle piccole botteghe di incisione, che si trovano ancora in Italia o in Medio Oriente. Talvolta trovo delle vere rarita’: una scatola in un mercatino di Bruxelles piena di vecchi stencils di zinco, un biglietto nuovo per terra che sembra aspetti proprio che lo raccolga.
Viaggiare e collezionare, ormai da circa quindici anni, costituiscono gran parte del mio lavoro. Poi, quando il tempo lo permette, mi chiudo in uno studio e comincio ad assemblare alcuni di questi tesori in un vero e proprio collage. Lavoro senza esitare ne’ rifare nulla, solo scegliendo attentamente, componendo e creando.
I collages che vengono cosi’ realizzati possono essere considerati semplicemente come un insieme di materiali diversi applicati su una superficie ed in relazione tra di loro per la prima volta, o come una vera e propria storia della tipografia, che unisce linguaggi, culture e luoghi diversi, o ancora come testimonianza della vita mia e altrui attraverso biglietti, scontrini, etichette che registrano spostamenti, viaggi, acquisti. Questi oggetti sono le impronte tipografiche che ci lasciamo dietro.
Alcune loro parti sono create per raccontare una storia, e sono pieni di messaggi nascosti, simbologie, racconti, perfino segreti. Alcuni possono essere interpretati in modi diversi, e nessun significato esclude l’altro: per esempio un X puo’ rappresentare un bacio, ma anche una negazione, una scelta, una moltiplicazione, un divieto, il punto dove trovare il tesoro o semplicemente la lettera x. Infine, i collages possono essere visti come meri elementi decorativi fatti di caratteri e immagini”.
Dal testo scritto per il Catalogo di Nick Pride