Opere
- 25 gennaio – 12 Febbraio 2008 / January 25 – February 12, 2008
“Nel mio lavoro esploro l’interazione tra simboli appartenenti a contesti culturali diversi, così come i clichè storici presenti all’interno della società contemporanea”. Artista americano dal background multiculturale, Sergej Tsvetkov è affascinato dall’Italia, dalla storia romana, dall’arte rinascimentale: spesso per le sue opere ha tratto ispirazione e riferimenti dalla nostra cultura, senza mai dimenticare le sue origini.
Nella serie Eclipse, ad esempio, gli “Angeli caduti” abbozzati da Michelangelo per i cartoni della Cappella Sistina vengono sradicati dal loro contesto originario ed inseriti in uno spazio-muro che potrebbe essere costituito da nuvole; a straniare l’osservatore, però, Sergej inserisce due dischi sovrapposti, uno rosso ed uno nero, due perfette forme circolari che rimandano alla perfezione anatomica dei corpi michelangioleschi, richiamando fortemente il Costruttivismo russo. Elementi della cultura russa degli anni ’20, con la sua ricerca di una geometrica bellezza nelle forme, dominano opere quali Surface/Fortezza o Surface/Duomo, che, fin dal titolo, li mettono in relazione con la ricerca prospettica dei nostri maestri rinascimentali, primo fra tutti il Brunelleschi.
Le superfici graffiate, segnate, ruvide ed irregolari che Sergej crea, impiegando con abilità e consapevolezza quasi tutte le tecniche della stampa d’arte, sono spesso popolate da piccole icone, trascritte in modo astratto ma ancora assolutamente riconoscibili: stavolta il riferimento è alla cultura popolare ortodossa, un ritorno al passato del proprio paese unito all’esplorazione del proprio essere, della propria identità.
L’opera di Sergej Tsvetkov è improntata da sempre alla ricerca di una connessione tra contesti spesso lontani e molto diversi tra loro; lavora inoltre ad una stessa idea realizzando un gran numero di immagini, tagliando e diversificando la lastra, o una piccola parte di essa. Dagli anni ’90 ad oggi il suo segno si caratterizza come una sorta di scrittura automatica che graffia e tormenta la superficie: di volta in volta, quest’ultima si trasforma in un muro coperto di graffiti che portano con sé tracce di storia, o come un libro, una tavoletta intrisi dallo scorrere del tempo.
Nicoletta Consentino