Un progetto di comunicazione ispirato alla pubblicità degli anni ’80
Anche quest’anno gli allievi del II anno del Master in Grafica Pubblicitaria➤ hanno lavorato a un progetto di manifesti ideati in computer grafica e poi realizzato in serigrafia e rifinito in letterpress. La docente che li ha diretti e assistiti ci descrive questo lavoro alla luce del tema scelto questa volta.
Fa sorridere, al giorno d’oggi, rivedere certi spot televisivi degli anni ’80, con quella spensieratezza e quella bontà di sentimenti che con il passare degli anni abbiamo perso. Oggi si parla di “cult”, una comunicazione ormai superata, ma che non smette di essere fonte di ispirazione, di bagaglio culturale a cui attingere.
In quegli anni la pubblicità entrò nelle case degli italiani che, dopo l’epoca di Carosello➤ ritrovarono nella comunicazione commerciale momenti di intrattenimento, di comicità, di buoni sentimenti.
Convivevano una spiccata propensione alla spensieratezza, al divertimento, al sorriso (creando a volte veri e propri “tormentoni” con canzonette più o meno orecchiabili) così come al bisogno di immedesimarsi in storie semplici, a volte rassicuranti in cui la famiglia e i buoni sentimenti giocano un ruolo basilare.
Si assisteva inoltre ad una nuova “rivoluzione sessuale”, con contenuti sexy, in cui anche il corpo si faceva oggetto di culto crescente.
Iniziava, poi, a delinearsi il concetto di immagine di marca (brand image) che diverrà sempre più fulcro della pubblicità, a garanzia della qualità dei prodotti creando un sistema di valori più associabili alla marca piuttosto che al prodotto in sé.
Facendo riferimento a questo vasto e frizzante repertorio, abbiamo deciso di riproporre alcuni dei temi degli spot di allora, realizzando una serie di 6 poster ispirati ai migliori spot televisivi degli anni ‘80, rifacendoci ad alcune campagne, rimaste famose nell’immaginario di molti di noi, fatta eccezione per le generazioni “Z”, Y” e per i “Millennials”.
Alla base di “Spot Anni ’80” c’è, sin da subito, una progettazione improntata alla coordinazione: si tratta, infatti, di una collana contenente 6 manifesti realizzati in serigrafia e letterpress, dunque, va da se che, la coerenza e la continuità tra le varie fasi abbia richiesto un grande impegno.
Ed ecco riveduti alla luce del nostro immaginario, Aranciata San Pellegrino, Urrà Saiwa, Pennelli Cinghiale, Baci Perugina, Ciao Crem, Dado Knorr:
Questo progetto ci ha costretti a pensare diversamente da come siamo abituati, ci ha messi davanti a problemi che di fronte ad un computer non ci saremmo mai posti. La serigrafia e il letterpress sono due tecniche di stampa “analogiche” con i alcuni limiti pratici: organizzare i propri obiettivi progettuali in base a cosa “non si può fare” è una sfida che aguzza l’ingegno del designer. Abbiamo trovato soluzioni e imparato facendo e rifacendo.
Un’altra lezione appresa da quest’esperienza è che ogni fase richiede del tempo e per questo è necessario progettare con attenzione ogni minimo dettaglio. Il risultato finale non è frutto del caso. Tuttavia, e su questo non ci sono dubbi, ne vale la pena: il manifesto si carica di valore e di forza espressiva, acquista quell’autenticità che la stampa digitale non è in grado di trasmettere.
Non è da meno la soddisfazione e l’emozione che si prova alla fine, quando viene alla luce, magicamente, la tua “opera”.
Cristina Zanato