Le conversazioni

24 / October / 2019

Lorenzo de Castro: Da Venezia al Mondo… e poi di nuovo a Venezia

Come è nata la Scuola Internazionale di Grafica? Quali sono i principi e gli aneliti che l’hanno forgiata? Qual è la sua missione? Parliamo della sua storia, e dei propositi per il futuro, con Lorenzo de Castro, che la dirige dal 1992.

La nostra Scuola si distingue per la sua vocazione internazionale: a cosa è dovuta? Come nasce?

È nata così, è sempre stata così, sarà sempre così. È la nostra vita: l’apertura al Mondo è sempre stata una caratteristica veneziana, e noi non potremmo esistere in altro modo. La Scuola è sempre stata all’avanguardia nello studio delle tecniche d’incisione sperimentali, perché l’incisione dovrebbe essere innovativa e invece spesso resta prigioniera di un’attitudine molto conservativa.

A quest’attitudine avete risposto con l’innovazione.

In diversi ambiti è stato necessario lavorare sodo per scavalcare un atteggiamento di ristagno locale. Siamo stati anche tra i primi in assoluto, nel 1995, ad avere un sito internet, che ci ha dato una gran visibilità al di fuori dei nostri confini. Lo scopo della Scuola è quello di unire persone con diverse lingue, culture, provenienze attraverso il linguaggio universale dell’arte.

La Scuola accoglie anche studenti in Erasmus e da altre università.

Abbiamo ospitato studenti provenienti da molteplici realtà importanti e prestigiose. Ne cito solo alcune: la Boston University, il Rhode Island School of Design, l’Indiana University, The University of Iowa ed il Pratt Institute. In Brasile l’Escola de Artes Visuais do Parque Lage. In Europa, ricordiamo la recente visita della Limerick School of Art and Design, gli scambi con l’ISAP di Parigi e il contributo della Osnabrück University.

Molte sono anche le Collaborazioni con altre realtà artistiche.

Abbiamo realizzato progetti con la Triennale del Libro d’Artista di Vilnius, con gli Artisti del Libro di Philadelphia, con Edible Books (Libri da Mangiare); siamo particolarmente fieri di appartenere, insieme con la Fondazione Il Bisonte di Firenze e con il Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano, al circuito espositivo del ‘Premio Sciascia amateur d’estampes’ (un premio per incisori, n.d.a.), una realtà che sta diventando sempre più internazionale.

Ogni anno molti artisti vengono in residenza. Come nasce questo flusso? Come funziona?

La Scuola ha sempre avuto un programma di artisti ospiti. Dal 2012, abbiamo deciso di organizzare residenze d’artista più strutturate, accogliendo più artisti professionisti, con motivazioni più complesse rispetto ai gruppi universitari. Abbiamo stretto accordi con diverse Gilde di incisori: i Boston Printmakers, la Los Angeles Printmaking Society, la Royal Society of Painter Printmakers.

E in Italia?

In Italia, e in generale nell’Europa Continentale, sono più diffuse le residenze ‘curatoriali’ dove gli artisti vengono selezionati ed invitati per realizzare progetti specifici. La nostra è invece una residenza d’artista basata sul modello di ‘open studio’ o di ‘art colony’. A Venezia, dove dovrebbe essere normale fare arte, siamo i soli a fornire spazi di lavoro, attrezzature e assistenza qualificata. Un artista che venga in residenza da noi può essere operativo dal momento in cui varca la porta della Scuola. Ci siamo ispirati ai nostri amici del Vermont Studio Center, la più grande colonia per artisti in America. I nostri artisti in residenza vengono da tutti i continenti: Europa, Americhe, Asia, Africa ed Oceania.

 

La scuola vanta anche contributi di artisti internazionali nel ruolo di insegnanti.

Ogni anno bandiamo un concorso a cui partecipano un centinaio di artisti: la ‘Visiting Guest Artist Full Fellowship’. Tra di loro selezioniamo con criteri tecnici, artistici e motivazionali tre artisti che usufruiranno del nostro studio e di un alloggio da noi fornito per sei settimane; insegneranno presso di noi, oltre a poter sviluppare i propri progetti ed esporre nella SG Gallery.

Quest’anno vi state concentrando sul Less Toxic. Di cosa si tratta?

Le tecniche di incisione hanno sempre adoperato materiali tossici: acidi, colori, solventi al petrolio. Oggi sono arrivati nuovi inchiostri e nuove sostanze atossiche. Roberta Feoli de Lucia, la responsabile della nostra Stamperia, ha frequentato un lungo workshop presso Zea Mays Printmaking, il motore del movimento Less Toxic negli USA, dove ha ricevuto una certificazione finale che forse è l’unica in Italia a poter vantare. Siamo fieri di poter dire che la Scuola Internazionale di Grafica è ora all’avanguardia in Italia nel Less Toxic.

Cosa pensi del modo in cui Venezia sta cambiando? Credi che stia perdendo la propria identità? Credi che la Scuola possa avere un ruolo nella sua salvaguardia?

La Scuola crede da sempre in Venezia come città che vive e produce ed in un contesto del genere la nostra deve essere intesa come un’attività del tutto normale. Tuttavia la normalità è diventata eccezione e le città d’arte si trasformano rapidamente in parchi tematici incentrati sul turismo di massa. In una città che gode di una Storia piena di arte, artigianato, teatro, e che è piena di potenziale per il futuro, le organizzazioni come la nostra dovrebbero essere numerose ed invece il grosso degli investimenti è diretto ad alimentare la crescita del turismo di rapina. E Venezia è inesorabilmente soffocata da questa forma pervasiva di turismo. Noi, comunque, continuiamo ad impegnarci per fare della Scuola un presidio di quella auspicabile normalità: ai turisti preferiamo gli artisti, che lavorano in città per più settimane, arricchendola piuttosto che saccheggiandola.

In aggiunta alla responsabilità della direzione per la Scuola, Lorenzo si dedica alla cura di due realtà telematiche: libroaudio.it, un sito di servizio sociale presso il quale sono disponibili audiolibri gratuiti letti da lui stesso (ci fa particolarmente piacere citare la versione audio della nostra Costituzione); e quantepalle.it, un blog pù leggero in cui sfoga la sua verve satirica.

 

Marta Bobbo

Foto di copertina: Marta Bobbo; foto in articolo: Caterina Codato.