Come l’emergenza Covid-19 ci fa riflettere sulla cultura della formazione
La quarantena imposta dall’emergenza “Corona-virus” ha immediatamente posto non solo il mondo del lavoro, ma anche (e soprattutto!) scuole, università e centri di formazione di fronte al dilemma: interrompere le attività o continuarle in altro modo.
Autorità e mass-media hanno proposto smart working e formazione a distanza come soluzioni, senza tener conto del grado di accessibilità e di attitudine tanto delle strutture quanto del personale, agli strumenti e alle tecniche per gestire correttamente l’altro modo.
Ecco, il problema è di carattere culturale, oltre che operativo, e consiste nella difficoltà ad adattare e adeguare l’insegnamento ai canoni della formazione online.
Manca, ed è una carenza importante, la cultura dell’esperienza individuale nell’approccio allo schermo e al mondo del Web, dai concetti di usabilità (Web Usability) alla UX, User Experience. Di conseguenza, è difficile calibrare i corsi in unità didattiche commisurate alla progressiva assimilazione dei discenti online.
Quale può essere la tenuta di un bambino o di un ragazzo di fronte a un computer quando si tratta di seguire una lezione frontale, e non di smanettare su una playstation?
Per quanto si può mantenere un’attenzione positiva, in caso di lezioni prolungate, si tratti di webinar o di lezioni in aule virtuali, in plenaria, grazie ad app e a servizi di web conference?
Certo, stiamo assistendo ad uno sforzo enorme, da parte di insegnanti generosi che fanno l’impossibile per seguire alunni e studenti, per stimolarli a non lasciarsi andare, per proseguire i percorsi formativi. Così, è consolante vedere nei TG che le sedute di laurea continuano in via telematica. Ma si può fare dì più e di meglio, con minor dispendio di energie individuali e con una migliore gestione delle risorse, umane e informatiche, a disposizione.
L’esperienza che stiamo vivendo ci sta insegnando quanto importante sia la diffusione di una corretta cultura degli strumenti telematici a disposizione, in chiave formativa.
Webinar sì, webinar no? Non è questo il problema. Penso si debba riflettere sull’esperienza che stiamo sviluppando, dal 26 febbraio con i nostri studenti del Master in Grafica Pubblicitaria, per considerare con attenzione le grandi opportunità di sviluppare E-Learning, ma non solo, per rimodulare la stessa offerta formativa sfruttando i vantaggi tanto della formazione in presenza quanto di quella a distanza.
La quarantena ci ha costretti a stringere i tempi, ad anticipare la costruzione della nostra Online Academy, a un’attività alla quale, per fortuna, ci eravamo accostati e preparati per tempo. Acquisendo non solo nuove competenze, ma soprattutto una cultura della formazione online.
Così, i nostri docenti, già preparati e valorosi, non hanno incontrato difficoltà a adeguarsi ai canoni dell’insegnamento online, impegnandosi al massimo, come in aula, dimostrando un’ammirevole dedizione nei confronti dei nostri studenti. I quali hanno risposto splendidamente.
La nostra esperienza dimostra che modalità di formazione innovative possono innestarsi nell’attività di aula, conseguendo l’obiettivo di una completa condivisione di competenze, purché si sia in grado di farlo grazie a una visione e a una cultura dell’insegnamento proiettate in un futuro che è, giocoforza, già presente.
Adriano Lubrano